Le tracce delle civiltà prima dell’arrivo dei magiari nel Bacino dei Carpazi nell’896 sono rare e sporadiche. Le rovine dell’antico avamposto romano sono visibili soprattutto ad Aquincum, oggi diventata Óbuda. A circa un chilometro dai reperti conservati nel Museo Aquincum, la Villa di Ercole vanta un intricato pavimento a mosaico che impreziosisce questa residenza romana un tempo sontuosa.
La prima epoca dell’architettura ungherese degna di nota fu quella del regno di re Mattia nel XV secolo, quando Buda conobbe il Rinascimento. Il Palazzo Reale fu allora ricostruito nello stile del primo Rinascimento, ma poco delle forme originali è giunto fino a noi a causa delle successive invasioni. La Chiesa di Mattia (Mátyás-templom) in piazza Szentháromság presenta frammenti d’origine medievale.
L’occupazione turca, iniziata nel 1541 e durata 150 anni, ha lasciato dietro di sé bagni pubblici come Király e Rudas e la Tomba di Gül Baba (Gül Baba türbéje) raggiungibile con una ripida salita dal Ponte Margherita a Buda, rimasta intatta dopo l’arrivo degli Asburgo in città.
In seguito furono erette chiese barocche come Sant’Anna in piazza Batthyány, successivamente arricchite da elementi ispirati all’ondata neoclassica dell’epoca delle riforme del XIX secolo, quando iniziò a formarsi un’identità municipale locale. A Pest comparvero grandiose istituzioni come l’Accademia delle Scienze e il Museo Nazionale , ora collegato a Buda dal Ponte delle Catene (Lánchíd) che, con le sue forme neoclassiche, è stato il primo passaggio permanente ad attraversare il Danubio.