Proseguendo ancora, una parete tutta colorata dall’artista spagnolo Okuda rende omaggio all’“Angelo di Budapest”, il diplomatico spagnolo Ángel Sanz Briz, che salvò molti ebrei ungheresi dalla deportazione durante la guerra. Prendendo spunto dal fatto che oggi questo quartiere è frequentatissimo per la vita notturna, l’artista inglese Luke Embden ha scelto di donare il suo cuore ai residenti, ricordando a chi si reca nei locali di “amare il prossimo” (Love Thy Neighbour). Non occorre dire che questo è diventato uno degli sfondi privilegiati per i selfie.
In via Kertész 27, un’opera dai colori più tenui dello spagnolo Dan Ferrer si ispira ad Alice nel Paese delle Meraviglie e ritrae una bambina che esce dalla casa che la imprigiona, trasmettendo un messaggio di speranza per il futuro. Arrivando al n. 40 di via Wesselényi, una copertina di Time del 1956, che ritrae un combattente per la libertà ungherese definito “Uomo dell’anno”, campeggia su un alto muro per celebrare i giovani eroi della rivolta anti-sovietica.
I murales aumentano nel periodo del Festival della città dei colori (Színes Város Fesztivál), durante il quale artisti locali e internazionali vengono a creare opere incentrate su un tema particolare.